Gino Vannelli

     Cantautore canadese di origini italiane, Gino Vannelli inizia giovanissimo ad esibirsi con band locali a Montreal accompagnato dal fratello Joe che suona il piano. Propongono cover della Motown ma anche qualche inedito di loro composizione, riuscendo nel 1969 a firmare un contratto con la RCA. Nel 1970 esce un singolo a nome Vann-Elli che contiene i brani "Gina Bold" e "Never Cry Again", quest'ultimo sicuramente il più interessante. Ma il rapporto con la RCA non ha un seguito ed i due fratelli si trasferiscono in cerca di fortuna prima a New York e poi a Los Angeles dove riescono a far avere un demo ad Herp Alpert, proprietario della A&M. Il discografico li scrittura e produce il primo album del cantante che esce nel 1973 con il titolo di "Crazy Life". Musicalmente orientato verso un pop-jazz dalle atmosfere rarefatte con la voce dell'artista quasi sussurata il lavoro, pur di buona qualità, non riesce ad ottenere nessun riscontro commerciale. Le cose cambiano con l'uscita del secondo album così come cambia il sound con il singolo "People Gotta Move", un funk sottolineato dalle tastiere del fratello Joe che fanno da tappeto sonoro a tutto il disco che contiene altri eccellenti brani come la title-track, "Jo Jo" e "Felicia", pezzi in cui la voce di Gino arriva ad esplorare nuovi territori. L'album vende bene ma i due fratelli non si adagiano sul successo ottenuto, creano brani più elaborati con sempre in evidenza le tastiere e i sintetizzatori di Joe e la voce sempre più duttile di Gino. Escono dischi non facili anche se all'interno di ognuno troviamo dei potenziali hit come "Love Me Now" su "Storm At Sunup" (1975) e "Love Of My Life" su "The Gist Of Gemini" (1976), quest'ultimo contenente sul secondo lato una lunga suite che però termina con una bella ballata come "Summers Of My Life". Le sperimentazioni raggiungono il limite con "A Pauper In Paradise" (1977) dove tutto il lato B del disco presenta un'altra lunga suite incisa con la Royal Philarmonic Orchestra che non viene apprezzata dal pubblico, alimentando il malcontento della casa discografica che pretende brani più orecchiabili. Sono questi i presupposti per la nascita di un disco come "Brother To Brother" (1978) che raggiunge una perfezione stilistica ed un notevole successo commerciale, trainato dal singolo "I Just Wanna Stop" che arriva ai vertici delle classifiche americane. Ma l'intero l'album è ricco di canzoni straordinarie, da "Appaloosa" a "The River Must Flow", da "Feel Like Flying" a "Love & Emotion", passando per una bella ballata come "Wheels Of Life" fino ad arrivare al brano di chiusura "People I Belong To". A questo punto l'artista, appagato dal riscontro positivo ottenuto da critica e pubblico, si prende una pausa di circa tre anni chiudendo nel frattempo il rapporto con la A&M e firmando con la Arista. Nel 1981 esce per la nuova casa discografica "Nightwalker", un ottimo lavoro dal punto di vista formale che vende molto bene ma che risulta più debole nei contenuti rispetto al disco precedente. L'anno successivo Vannelli lavora al nuovo album che dovrebbe intitolarsi "Twisted Hearts" ma il disco viene rifiutato dalla casa discografica che entra in causa con l'artista ed il solo "The Longer You Wait" unico brano conosciuto che esce come singolo promozionale. Il cantante non pubblica più niente fino al 1985 quando si ripresenta con "Black Cars" (1985), album dominato dall'elettronica e da un pop sintetico che in ogni caso frutta due hit come la title-track e la ballata "Hurts To Be In Love". I due dischi successivi fanno un passo indietro rispetto all'uso eccessivo dei sintetizzatori ma sono composti da un pop sbiadito in cui si salvano pochi pezzi tra cui i due singoli "Wild Horses" (1987) e "Sunset On L.A." (1990). Passano altri cinque anni poi escono per la Verve "Yonder Tree" (1995) e "Slow Love" (1998), due lavori di jazz acustico cantati con voce da crooner e poi per la EMI viene pubblicato "Canto" (2003), album di musica classica contemporanea con brani cantati in inglese, italiano, spagnolo e francese. Per ritrovare un gradevole sound pop bisogna attendere la compilation "These Are The Days" (2005) contenente una parte di vecchi hit e una parte di discreti inediti così come discreto è il successivo "A Good Thing" (2009) composto interamente da brani originali. Un nuovo lavoro di Gino Vannelli lo possiamo ritrovare solo dopo dieci anni, quando nel 2019 esce "Wilderness Road" in cui l'artista propone tutti brani inediti di buona fattura che spaziano tra pop, soul e jazz.

Discografia

Crazy Life (A&M 1973)
Powerful People (A&M 1974)
Storm at Sunup (A&M 1975)
The Gist of the Gemini (A&M 1976)
A Pauper in Paradise (A&M 1977)
Brother to Brother (A&M 1978)
The Best of Gino Vannelli (A&M 1980) ant.
Nightwalker (Arista 1981)
Black Cars (One Way 1985)
Big Dreamers Never Sleep (Epic 1987)
Incosolable Man (VIE 1990)
Live in Montreal (VIE 1991) live
Yonder Tree (Verve 1995)
Slow Love (Verve 1998)
Canto (EMI 2003)
These Are the Days (Universal 2005) ant. + inediti
A Good Thing (TMC 2009)
Wilderness Road (SoNo 2019)